Archive for the month “May, 2015”

PREMIO I MURAZZI – 5° EDIZIONE

L’Associazione Elogio della Poesia indice la quinta edizione del Premio I MURAZZI per l’anno 2015. Sono previste le due sezioni, Poesia e Narrativa, ciascuna con due sottosezioni, una per l’edito e un’altra per l’inedito, come indicato di seguito.
Inoltre, verrà attribuito un unico Premio alla Carriera a uno scrittore italiano o straniero, di prosa ovvero di poesia, per valutazione extra concorsuale della Giuria.

Tutti i premi sono in danaro, il cui importo riservato verrà comunicato solo ai Vincitori.

premio I murazzi

POESIA

Sez. A – poesia singola: si partecipa inviando tre poesie (a tema e ad ampiezza libere) a info@elogiodellapoesia.it, in un unico file, contenente anche i dati anagrafici del Concorrente.
È ammesso anche l’invio per posta tradizionale, spedendo tre copie delle tre poesie e una scheda biografica a Elogio della Poesia, Via Nuoro 3, 10137 Torino. (Quota di partecipazione: € 20,00)

Sez. B – silloge inedita di poesia: si partecipa inviando una silloge inedita a info@elogiodellapoesia.it, in un unico file, contenente anche i dati anagrafici del Concorrente.
È ammesso anche l’invio per posta tradizionale, spedendo una sola copia della silloge inedita e una scheda biografica a Elogio della Poesia, Via Nuoro 3, 10137 Torino. (Quota di partecipazione: € 20,00)

Sez. C – libro edito di poesia: si partecipa inviando tre copie di un libro edito di poesia pubblicato non anteriormente al 2012, a Elogio della Poesia, Via Nuoro 3, 10137 Torino (Quota di partecipazione: € 20,00)

NARRATIVA

Sez. D – libro inedito di prosa (racconti, romanzo o saggio letterario): si partecipa inviando a info@elogiodellapoesia.it una raccolta in prosa inedita, in un unico file, contenente anche i dati anagrafici del Concorrente.
È ammesso anche l’invio per posta tradizionale, spedendo una copia della raccolta in prosa inedita e una scheda biografica a Elogio della Poesia, Via Nuoro 3, 10137 Torino (Quota di partecipazione: € 20,00)

Sez. E – libro edito di prosa (racconti, romanzo o saggio letterario): si partecipa inviando tre copie del libro pubblicato non anteriormente al 2012, a Elogio della Poesia, Via Nuoro 3, 10137 Torino (Quota di partecipazione: € 20,00)

Norme Generali di partecipazione

Il versamento della quota di partecipazione, preferibilmente, potrà essere effettuato tramite bonifico bancario sul conto corrente avente IBAN IT49J0326801008052490841430, intestato alla Genesi Editrice, ovvero con versamento sul c.c.p. n. 97373682 (causale: Premio I Murazzi) ovvero in contanti spediti a Elogio della Poesia, Via Nuoro 3, 10137 Torino.
L’invio dei materiali concorsuali può avere inizio dal 1° febbraio 2015 e dovrà concludersi entro il 30 giugno 2015.
La segnalazione dei vincitori verrà fatta dalla Giuria con comunicazione scritta per e-mail ovvero per posta tradizionale in data 1° settembre 2015.
La cerimonia di premiazione consegna dei premi verrà celebrata in data sabato 10 Ottobre 2015.
Per ogni informazione rivolgersi telefonicamente alla Signora Eleonora al cellulare 329.0060705 ovvero inviare e-mail a info@elogiodellapoesia.it.

Tratto da Genesi Editrice
Per approfondimenti:

http://www.genesi.org/evento-5a-edizione-premio-i-murazzi-associazione-elogio-della-poesia-2201.html

Spritz letterario al Giardino di Palazzo Zuckermann

26 GIUGNO
Dalle 18:30 alle 20:00
Aperitivo e musica: DJ set di Albeto Camuso.

Dalle 20 alle 21
Spritz Letterario*: Paolo Zardi presenta XXI secolo (Neo Edizioni), candidato al Premio Strega 2015.
Dialogano con l’autore Marianna Bonelli e Gianluca Meis.

*ingresso gratuito

“Un futuro prossimo e dissonante, metafora di un’irreversibile crisi dell’Occidente… una scrittura aspra e controllata, illuminata da sprazzi di singolare originalità” –  (Giancarlo De Cataldo)

In un imprecisato futuro del ventunesimo secolo, un uomo percorre le strade di un’Europa assediata dalla crisi e dalla povertà. Vende depuratori d’acqua porta a porta fissando appuntamenti da desolati centri commerciali. Ogni giorno svolge il proprio lavoro con dedizione e rigore avendo come unica ragione di vita sua moglie e i suoi due figli.
Che sia un’intera società ad essersi illusa o un singolo individuo, la forza d’urto di una certezza che crolla dipende da ciò che si è costruito sopra.
Guardando dritto negli occhi un Occidente in declino, Paolo Zardi racconta il tentativo struggente di un marito di capire quali verità possano nascondersi sotto le macerie delle proprie certezze, lo sforzo commovente di un padre di proteggere la sua famiglia quando tutto sembra franare.XXI-Secolo-Paolo-Zardi

Opera al contempo intima e universale, XXI Secolo è una domanda fondamentale sull’identità e sulla capacità dell’animo umano di sondarne le profondità più nascoste; è il tentativo di comprendere quale significato possano ancora avere, negli anni che ci attendono, la parola “amore” e le sue molteplici forme.

“L’amore, quel lusso così borghese, era diventato una complicità turpe e commovente tra sopravvissuti”

Paolo Zardi, nato a Padova nel 1970, ingegnere, sposato, due figli, ha esordito nel 2008 con un racconto nell’antologia Giovani cosmetici (Sartorio). Successivamente ha pubblicato le raccolte di racconti Antropometria (Neo Edizioni, 2010) e Il giorno che diventammo umani (Neo Edizioni, 2013), spingendo molti a definirlo il miglior scrittore italiano di racconti vivente. Suoi il romanzo La felicità esiste (Alet, 2012) e il romanzo breve Il Signor Bovary (Intermezzi, 2014). Ha partecipato a diverse raccolte di racconti (Caratteri Mobili, Piano B, Ratio et Revelatio, Hacca, Psiconline, Galaad, Neo Edizioni) e suoi racconti sono stati pubblicati su Primo Amore, Rivista Inutile e nella rivistaNuovi Argomenti. È il primo autore italiano ad essere stato tradotto e pubblicato dalla rivista Lunch Ticket dell’Università di Antioch (Los Angeles) con il racconto “Sei minuti” inAntropometria, con la traduzione di Matilde Colarossi. Cura il seguitissimo blog grafemi.wordpress.com.

IO SONO LEGGENDA

PAROLE SOTTO I RIFLETTORI

Per la rubrica Parole sotto i riflettori, Paolo Colini, socio Fantalica che frequenta il laboratorio permanente di scrittura Lettera 22 ci propone:

IO SONO LEGGENDA 1342448879-1justin_rowe_3dsculpturebook

Ma Lei lo sa quanti anni ho? Ne ho molti … tanti … troppi, a dar retta a quel che dice qualcuno.

Sì … e non mi  stia adesso a dire le solite stronzate tipo: … come li porta bene; … il tempo non l’ha cambiata … ; e compagnia bella …

Sono vecchio … da domani si chiude: via! Raus!

Ma è così che va il mondo, vero? Lo sa bene anche Lei; chissà quante storie come la mia ha già ascoltato.

E chissà  in quanti gliel’hanno già detto:  “… non ha idea di quello che ho visto io in tutti questi anni”.

Ma come diceva quel tizio nel film?: “ho visto cose che voi umani …”.

Però all’inizio non era così, mica ci vergognavamo come adesso, anzi …

Quando sei all’apice tutti ti cercano, tutti hanno bisogno di te … e se non stai attento ti monti la testa, perdi il senso delle misure, cominci a credere di essere quello che non sei; di essere indispensabile …

Un cazzone, ecco quello che ero diventato … un pallone gonfiato egocentrico e viziato.

Lo sa che alle volte quelli che venivano a cercarmi, quelli che più avevano bisogno di me, li facevo aspettare? Li mettevo in fila … che capissero con chi avevano a che fare, chi era quello veramente importante. Alcuni si turbavano, altri, i più timidi, si imbarazzavano … ma che cazzo! Che aspettino, pensavo … tanto già lo sapevo quello che volevano: tutti la stessa cosa.

E poi stavano sempre a lagnarsi, a parlare delle loro necessità, dei loro bisogni … macchissenefrega!!!

Sì … me lo sono chiesto anch’io: come è stato possibile diventare così stronzo?

Non lo so, ma ci ho pensato tanto.

Forse è colpa della società; anzi, Lo scriva con la “s” maiuscola, sì: la Società.

E non mi venga a dire anche Lei che questo è relativismo … ma insomma! Cosa dice? Il libero arbitrio? Ma dai! Mica siamo a Norimberga …

Sì, la Società … lo sa che all’inizio quelli come noi erano “i purificatori”? Eravamo il baluardo italico contro il decadimento e la degradazione morale tipica delle odiate plutocrazie.

Ma ci pensa? E noi ci credevamo … e facevamo bene il nostro lavoro.

Poi,  di colpo, tutto cancellato:  si cambia! Si svolta!

E noi però sempre lì, pronti ad asservirci ai nuovi bisogni (che poi tanto nuovi non erano) … e già eravamo diventati il simbolo della rinascita, degli innegabili e insopprimibili bisogni anche dell’homo faber.

Ma i primi segni del declino già si intravvedevano; prima le risatine, le battutine; poi il disagio sociale nei nostri confronti … infine, l’ampio disprezzo e la pubblica disistima. Non eravamo più un’eccellenza da esibire ma qualcosa da nascondere, la palpabile evidenza dell’arretratezza socio-culturale nazionale.

Anche questo, dice Lei, com’è stato possibile? Da fiore all’occhiello a … faccia Lei …

Sempre la Società, dico io …

Forse erano cambiati i paradigmi, chi lo sa? Eppure, oggettivamente, facevamo sempre le stesse cose; ma, soggettivamente, non c’era più lo stesso stimolo.

Negli ultimi tempi, poi, nessuno si è più interessato a noi … eravamo allo sbando. Uno alla volta siamo stati prima allontanati e poi mandati in pensione. Che tristezza … ma, come Le dicevo all’inizio, è così che va il mondo.

Già, il mondo … ultimamente, tra l’altro, con tutta ‘sta storia dell’integrazione … se ne vedevano proprio di tutti i colori …

È  così; non è razzismo, mi creda, e non mi guardi in quel modo: è nella natura delle cose.

Insomma, caro Lei, oggi io sono rimasto proprio l’ultimo … ma non per modo di dire, sono  l’ultimo, veramente. E da domani, neppure più io … finisce una lunga storia, lunga davvero, sa?

Sì che lo sa! Lei è venuto qui stasera proprio perché non è riuscito a resistere …

In fondo siamo come quei nobili decaduti che non si arrendono all’evidenza … ; sì, lo so che la nobiltà è stata abolita nella nostra Repubblica ma è bello sentirsi ancora importanti …

E comunque, glielo dico in confidenza,  lo sa che nobili, forse, lo siamo per davvero?

Dicono che i nostri antenati erano di origine romana, imperiale.

Qualcuno dice che abbiamo, addirittura, lo stesso nome del fondatore della dinastia flavia.

Io non so se è vero, ma è bello crederci …

(Padova, febbraio 2015)

[1]              Richard Matheson, I Am Legend, 1954

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